gruppo 90
Testi e poesie
Ho chiesto a Dimitri a che cosa sarebbe disposto a rinunciare per amore dell’arte: “A niente” risponde Dimitri “perché se l’arte è vero amore, non ti può chiedere alcuna rinuncia”.
Ecco perché l’arte è per me la vita, senza sacrifici, né rinuncia, questa vita che ci viene concessa una sola volta, senza replica: ecco perché non dobbiamo sprecarla con i sacrifici e le rinunzie; la vita è un’occasione che non si ripresenterà una seconda volta!
E’ l’arte ti consente di vivere la vita e le sue gioie, tutti i momenti di luce
D’altronde la rinunce fatte per un amore vero (quale è il mio amore per l’arte) non sono rinunce, ma scelte di vita, le uniche scelte vere, perché libere e stimolanti.
L’arte mi ha consentito di non rinunciare alla mia vita, come fanno tanti, né alla “Vita”! Perche l’arte per me è il sole che illumina la terra, l’acqua e le case: è l’anima del mondo e il colore della vita;
l’arte è il piacere e il gusto di lasciarsi accarezzare dal vento e anche dalle tempeste, di correre sempre senza stancarsi; l’arte è il sogno di un giorno felice, la memoria del tuo attimo di gioia che ti riserva la vita per sempre.
Il piacere e il gusto etico ed estetico della miseria e della morte: basti pensare ai funerali di Napoli con carrozza barocca, il suo fasto, la sua allegria, il suo canto.
Il canto dei una pozzanghera di fango che brilla e ride folgorata da una luce.
L’arte è anche libertà, perché gli schemi e conformismi, le obbedienze e i comandi generano le tirannie, l’infelicità e la cattiveria.
L’arte trasforma la forza devastante del vento in energia cinetica che spinge le vele e i voli degli uccelli e della fantasia. E’ la poesia del niente.
Dimitri Salonia
L’incontro
L’incontro dei componenti di un gruppo deve avere sempre un grande fine.
Non ha senso riunirsi soltanto con lo scopo di divertirsi o di discutere, o per altri fini contingenti che si esauriscono nello spazio tempo della riunione o dell’incontro.
Il fine è innanzitutto sociale, nel senso di soddisfare le esigenze e di realizzare i programmi del gruppo.
Il fine è soprattutto sociale nella direzione della società cui è destinato il programma di lavoro.
Ma perché il fine abbia un senso universale che rechi duratura soddisfazione al gruppo, alla società e all’umanità intera, è necessario che l’azione collettiva sa destinata a sopravvivere nel tempo, negli anni e anche nei secoli.
Fare arte significa lanciare un messaggio all’umanità che vivrà dopo di noi, ma lasciare una testimonianza concreta e duratura, un monumento delle nostre ispirazioni collettive.
L’arte di gruppo intesa come religione, e nel contempo come soddisfazione collettiva per il superamento non provvisorio del contingente e dell’effimero: che nasce dall’eccitazione spirituale e sensoriali un gruppo, legato ad un unico fine.
Anche se i componenti del gruppo cambiano, come persone fisiche, il gruppo 86 resterà per sempre, come entità spirituale ed eterna, legata da un’anima collettiva che ispira e pervade tutti i componenti.
Ecco perché il programma del gruppo ’86 è musica, arte visiva, spettacolo, luce natura, materialismo e spiritualità, poesia, perché ciascuno di noi può essere particolarmente attratto ispirato da una delle suddette forme d’arte, per promuoverle, eseguirle e recepirle, Del gruppo 86 non fanno parte soltanto gli artisti, poeti, scrittori, musicisti, ma anche gli amatori d’arte; solo così può avvenire lo scambio fra il fare eil sentire arte all’interno dello stesso gruppo.
Fine immediato del gruppo è l’utopia, per esorcizzare il quotidiano. I mezzi a disposizione : la libertà e l’entusiasmo. Il gruppo 86 è nato dall’intento comune di promuovere e realizzare collettivamente l’idea, il disegno, la rappresentazione e il progetto di opere murali e audiovisive di grande respiro stravolgendo i miti per proiettarli nel futuro. L’idea non è stata ancora realizzata a causa della scarsa capacità organizzativa degli artisti; per loro natura disordinati e un po’ “con la testa fra le nuvole”.
Essa si è risvegliata grazie allo stimolate esperimento di opera collettiva fatto a Militello Rosmarino nell’estate del cd a Fondachelli Fantina in occasione del Natale ’89 grazie all’iniziativa e alla capacità organizzativa di Pepè Spatari.
Dimitri Salonia