Workshop nazionale sul giornalismo scientifico all'Università di Messina. molto apprezzato discorso Dimitri Salonia

Workshop nazionale sul giornalismo scientifico all'Università di Messina. molto apprezzato discorso Dimitri Salonia

Il mio discorso molto apprezzato al Workshop Nazionale “IL GIORNALISMO SCIENTIFICO AI GIORNI NOSTRI” il13 gennaio 2023 ore 9:00 Sala Accademia Peloritana dei Pericolanti, Piazza Pugliatti 1 Università di Messina

“Il colore e la ricerca applicata alla pittura. Come il metodo scientifico può incidere anche nella pittura”.

Il primo e l’ultimo colore prima e dopo la fine dell’Universo è il nero, prima e dopo la luce, perché contiene tutti i colori (che sono soltanto illusione ottica dei nostri sensi, dato che, in assenza della vista, non verrebbero percepiti), mentre i fotoni della luce sono una realtà oggettiva, creata dall’esplosione del Big Bang.

Il nero è sempre il nero, e non si può andare oltre il buco nero, che assorbe anche la luce, il bianco dei fotoni, che è la sintesi riflessa di tutti i colori, sia di quelli visibili, che di quelli invisibili (che pur esistono in natura, anche se non vengono percepiti dai nostri occhi).

Il primo colore dell’Universo dopo la comparsa dei fotoni e della luce è il bianco arancio brillante (gradazione arancione), mentre il caffè latte, il latte cosmico, è il colore dominante del nostro Universo. Se chiudiamo gli occhi possiamo vedere tutti i colori, perché possiamo percepire solo il nero; ciò perché il colore non è creato dalla percezione, né dai sensi, né dalla vista, ma dalla nostra mente.

Alle origini del nostro Universo, quando la temperatura era troppo alta, non esistevano i fotoni, e neanche la luce, e neanche i colori, ma solo il nero (il buio, data l’assenza della luce) e il bianco abbagliante dell’esplosione primordiale, che non potevano essere percepiti.

La luce è vibrazione della materia e dell’energia, dato che nei fotoni la materia e l’energia si identificano (E=Mc2).

La temperatura minima (stasi assoluta, pari a -273, gradi C°) e la

temperatura massima, pari a trilioni di trilioni di trilioni di gradi

(radiazione assoluta) coincidono.

Nello stesso tempo il nero contiene tutti i colori, perché li ha assorbiti, mentre il bianco, è la somma di tutti i colori, perché li riflette tutti, creando l’illusione del colore.

Anche il nero assoluto e il bianco assoluto coincidono, perché non

esistono, come lo zero e il punto (entrambi indivisibili e non percepibili).

Se proviamo ad espandere un cerchio all’infinito, diventerà una retta, che coincide con il punto indivisibile e infinito.

Una retta infinita è un punto infinito, come le rette parallele si incontrano all’infinito in un punto (che non è divisibile, perché è infinito).

Tutto questo va oltre la comprensione umana, dove un attimo coincide con l’eternità.

Anche la verità e la menzogna coincidono, perché sono un assoluto, come il + o – ∞ (infinito) prima e dopo lo zero, là dove comincia e dove finisce l’infinito.

Tutto quello che possiamo osservare nell'Universo.. non è tutto. Oltre ai colori visti dagli occhi degli esseri umani, ci sono onde invisibili che permeano l’interno cosmo. Come i raggi gamma o i raggi X.

Il cosmo è pieno di colori visibili e invisibili, antichi e nuovi. Ma di tutti questi, c’era un colore che è nato prima di tutti gli altri: il primo colore dell’Universo. Come ben sappiamo è stato il Big Bang, 13.8 miliardi di anni fa, a dare inizio a tutto.

Nei primi istanti di vita del cosmo le temperature erano così alte (circa 1 miliardo di gradi Kelvin) che la luce non esisteva. Dopo circa 10 secondi però, si crearono i fotoni (la luce).

Ma i colori non erano ancora nati. Dobbiamo aspettare ben 380.000

anni, il tempo necessario per il progressivo raffreddamento dello spazio e per permettere ai nuclei e gli elettroni di legarsi in atomi. L’universo primitivo aveva una temperatura – quasi – uniforme, e la sua luce aveva una distribuzione di lunghezze d’onda nota come corpo nero.

Il colore di un corpo nero dipende solo dalla sua temperatura. A circa 3.000 K (la temperatura del cosmo in quel periodo) avrebbe un bagliore bianco-arancio brillante, simile alla luce calda di una vecchia lampadina.

Tuttavia, c’è un problema: gli esseri umani non vedono il colore in modo preciso, e quello che vediamo noi non dipende solo dal colore reale della luce, ma anche dalla sua luminosità. In quel periodo, quindi, tutto ci sarebbe apparso con una gradazione arancione.

Dopo circa 400 milioni di anni, insieme alla nascita delle prime stelle bianche e blu, il cosmo cominciò ad assumere un nuovo colore. Nel 2002, Karl Glazebrook e Ivan Baldry calcolarono il colore medio di tutta la luce che vediamo oggi dalle stelle e dalle galassie per determinare la tonalità dominante dell’Universo.

Quest’ultimo vi sorprenderà: si tratta di un colore simile al caffè

latte soprannominato, appunto, latte cosmico

Il metodo scientifico non è verità, ma ricerca della verità, come il bianco non è un colore, ma la prospettiva e la speranza del colore.

Solo se chiudiamo gli occhi, possiamo vedere tutti i colori, sia quelli

percepibili con la vista, sia quelli invisibili, perché vediamo solo il nero, che contiene tutti i colori.

Questa è una creazione della nostra mente, o semplicemente un’illusione o una magia o il confine tra la realtà e il sogno?

Gorgia da Lentini sostiene che la verità non esiste, e anche se si potesse conoscere, la nostra conoscenza non sarebbe comunicabile agli altri.

In un certo senso sembra che l’affermazione sia la negazione del

giornalismo, ma secondo me rappresenta l’affermazione e l’importanza della comunicazione dei fatti, degli eventi e del verosimile, che è la continua ricerca della verità scientifica, la quale ci sfugge tra le mani, perché la ricerca è in continuo divenire.

Tuttavia lo stesso Gorgia riteneva che si può sostenere con la stessa

convinzione una tesi scientifica e il suo contrario, come è sempre

avvenuto nella lunga storia dell’umanità, che governa forse l’unico pianeta abitato di questo nostro Universo.

Gorgia da Lentini, è l’inventore dell’arte retorica, seguita dai sofisti e dagli oratori avvocati siciliani Lisia e Isocrate.

Il potere seduttivo e quasi magico della parola e della carta stampata che affascina, inibendo i sensi. La forza e la magia dell’intelletto e della comunicazione.

Su una cosa si può sostenere una teoria e il suo contrario, quindi non esiste una sola verità universale, ma solo il “verosimile”.

La verità scientifica, come il colore, sono illusione, inganno della nostra mente.

Ciò che conta è la ricerca scientifica, il divenire della conoscenza.

Ma senza l’illusione dei colori non esisterebbe l’arte.

Allo stesso modo, senza l’illusione della verità, non esisterebbe ricerca scientifica.

E non è inutile la comunicazione, anche se qualcuno sostiene che la

conoscenza non esiste, e se esistesse, non si potrebbe comunicare agli altri. Ciò sosteneva però una mente molto speculativa, che inventò la retorica e la magia della parola.

In principio c’era il verbo, ma nessuno lo ha riconosciuto.

Questo è il fascino e il mistero della parola, la continua, infinita ricerca di quella verità, che nessuno potrà mai conoscere, come l’infinito e l’eterno.

Dimitri Salonia

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2Carmelo Fileti e Salvo Amante

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