Salina

Salonia descrive i colori delle Eolie: “Voglio ricordare soltanto il sole rosso che si tuffa nell’immenso azzurro, o si nasconde dietro l’isola di Filicudi, sdraiata sul mare, nella sua apparenza di donna incinta. E la ginestra selvatica e la spinosa pianta di Cristo, che esplodono, nel verde della macchia, in fiori gialli splendenti.

I mille colori della roccia, alla valle di Muria, dal bianco calcareo, al giallo e al verde dello zolfo, alla ruggine del ferro, al rosso cinabro e all’arancione, al marrone e al nero dell’ossidiana, al grigio asfittico o splendente della pozzolana, e anche il viola, l’azzurro, il celeste e il ciclamino, e tante, tante sfumature diverse, che mutano accarezzate dalla luce dei raggi solari, o della luna.

Quelle rocce che si inerpicano sul monte o si tuffano tra le limpide acque del Tirreno. Lontano, immoto, l’azzurro orizzonte, bluetto e scuro sotto la volta cerulea, o grigia di lampi e di tempesta. La pioggia che batte su quelle rocce disegna pennellate, lucide e iridescenti, di indaco e di bruno, dipinte dalle mani segrete di ignoti artisti, forse mai nati”.

L’arte di Salonia e il suo rapporto con l’isola di Salina

Alcuni anni fa ho sistemato il muro esposto a Nord della mia casa a Pollara un’opera artistica materica eseguita su faesite con installazione di stoffa, cartone, metallo e altri elementi naturali. Il titolo era “il cavaliere e la morte”. Molte persone che vedono osservavano che era un rischio lasciarlo all’acqua e al vento e che sarebbe stata distrutta dalle intemperie. Io invece ero contento che l’opera si rompesse e fossi poi costretto a ricostruirla. Perché e ‘stata poi distrutta e fatta a pezzi dal vento, ho preso un posto e ho messo accanto alla legnaia in attesa di rimetterli a posto. Visto che però ‘la cornice era rimasta appesa ho pensato di realizzare un ritratto dell’attore Massimo Troisi nei panni del protagonista de Il postino.

Speciale Salonia Salina su Onda tv

Ventennale Troisi successo per il maestro Dimitri a Salina

La mia grotta è incustodita con il cancello divelto e spalancato, la barca di legno di Lorenzo agganciata, con solide cime, alle pietre infisse nell’altare di tufo, in fondo all’antro accogliente e scuro.

 E quel remo di legno scolpito, appoggiato sulla tolda.

 Quella scala di pietra, l’antico sentiero comunale; e in fondo, lontano, lo scoglio a mare e il curvo orizzonte.

  Sono già una stupenda installazione naturalistica, senza alcun intervento d’artista, che rischia di essere distrutta oltre che dalla violenza delle mareggiate, da azioni legali improbabili, dato che la mia grotta è aperta a tutti.

 È assolutamente necessario distruggere e buttare a mare il motore e il bidone di plastica per motivi chiaramente estetici; e questo lo farà lo stesso Lorenzo.

Ieri, mentre Lorenzo mi aiutava con entusiasmo a percorrere la sua barca verso la bocca della grotta, con l’antica tecnica marinara della carrucola di legno, che è una razza umana in via di estinzione, che ancora si avventura con una barca di legno a remi nei tumultosi mari governati da Eolo per una pesca dalle regole antiche. Che piacerebbe pensare che, grazie a ciò che è stato fatto per l’epoca, è stato un viaggio tra i più belli e più profondi, nel canale, tra le secche e la schiuma. Per quanto riguarda il diritto alla vita e la tutela dei preziosi legalmente prevale su ogni altra cosa, anche sul mio diritto di proprietà un potere vuoto e inconsistente, senza il sostegno della vita vissuta, con fatica, per la sopravvivenza e la conservazione degli antichi mestieri. La barca di Lorenzo non rappresenta la bara, come la barca capovolta del Cafarella, secondo antiche simbologie. Questa barca è pronta per il varo, tutta vestita a festa, con i suoi remi e le sue reti per la pesca, allestita per altri viaggi in mare, in bonaccia o in tempesta ma sempre come ad accoglierla nei suoi grandi spazi, senza cancelli, per le navigazioni, i giochi di navigazione e le onde del vento e le onde delle correnti nel mare che inghiotte i corpi degli immigrati ma li conduce verso sponde più amiche e terre più accoglienti. Il naufragio o la speranza per questi “delinquenti” non è mai stato accettato un permesso di soggiorno, un rifugio per la vita, che tante volte solo i pescatori sano osano. Ecco perché quelle reti sono molto colorate. Esse comprendere la vita, perché il colore è vita, mentre il grigio delle facciate delle chiese e delle inferriate rappresenta la morte.

Le voci

La grotta di Pollara: progetto per una Chiesa  Rupestre

Un nido per amare

Un rifugio per morire

Una ferita ancestrale nel tufo antico del paradiso rubato agli dei

–     Il vento:

il respiro di Eolo

nella terra dei miti.

–     Il ruggito del mare

In una notte di tempesta

–     La barca di Lorenzo:

Il rumore di uno schianto,

di un’esplosione contro la roccia

e il cancello.

–     L’alito dolce di un soffio d’aria

tra le canne.

–     Un canto estremo dalla cima

di un eucalipto, su note scolpite

nel nido dei corvi.

–     E il grido dei gabbiani

e altri rapaci, raccolto

dal quotidiano di turno.

Dimitri Salonia

Testi di Dimitri Salonia sull’installazione artistico naturalistica da realizzare a Pollara per celebrare Troisi e il ventennale del film “Il postino”

 A 20 anni dalla morte di Troisi e dalla realizzazione del film ” Il postino” la Fondazione Salonia ritiene indispensabile ricordare la bravura del noto attore  e celebrare uno dei film più amati della storia del cinema. Il presidente onorario della Fondazione è proprio il maestro Ernesto Dimitri Salonia, che da decenni abita per diversi periodi dell’anno nella frazione di Pollara e ama questo paradiso naturalistico che è per lui grande fonte di ispirazione e da lui stesso definito “i giardini dell’Eden rubati agli Dei”. Il maestro Salonia ha quindi deciso di realizzare e donare una sua installazione   che celebri il film “Il postino”.

 Per quest’opera utilizzerà solo materiale naturale trovato sull’isola,  come legno, ferro, sassi, piante, in modo da non incidere sull’equilibrio ambientale del territorio. In particolare, il maestro Salonia cercherà di ricostruire il set del film originale in un terreno di sua proprietà dopo aver chiesto e ottenuto le necessarie autorizzazioni  dal Comune e dalla Soprintendenza. Inoltre metterà una barca incastonata in una grotta per rappresentare l’ “ultimo” viaggio di Troisi nell’isola.  L’installazione sarà totalmente removibile in qualsiasi momento e potrà essere meta per turisti e cinefili che hanno apprezzato la pellicola.

 Per rendere omaggio a Troisi il regista Eros Salonia realizzerà anche un cortometraggio sul film “Il postino” con filmati di repertorio, ripercorrendo gli squarci e le inquadrature che hanno reso celebre il film di Troisi a Salina raccogliendo testimonianze e impressioni.