Carlo Vermiglio

Se esiste un luogo che più di altri racconta il legame di Palermo e della Sicilia con il tessuto culturale e sociale del Mediterraneo, questo è il mercato: spazio di rappresentazione di antichi mestieri e  tradizioni culinarie, saperi e vocazioni economiche.

“Fatto sociale totale”, come è stato definito,  il mercato storico vive, nella sua dimensione teatrale,  di esperienze e gestualità, sguardi, odori e musicalità nei quali si mescolano culture millenarie e diversificate che affondano le proprie radici nelle profondità del mito.

Centri  pulsanti della vita cittadina, oggi i mercati storici, complice anche la diffusa  globalizzazione commerciale,  rischiano l’estinzione, travolti da crisi economiche e dall’abbandono dei centri storici, sebbene riescano a trattenere tenacemente  un patrimonio identitario nel quale ancora ci riconosciamo, trovando in esso inaspettate assonanze e sensibilità comuni.

Da tutto questo trae ispirazione l’artista messinese Dimitri Salonia che, con espressioni cromatiche forti e contrastate,  interpreta e  fa rivivere nelle sue opere  i più noti mercati popolari siciliani, anime autentiche  di questa Isola da sempre aperta al  transito e al dialogo tra le due sponde del Mare comune.

La mostra curata dalla Fondazione Salonia,  allestita nella sede espositiva regionale dell’Albergo dei Poveri vuole accendere i riflettori su questo universo,  perché l’arte con la sua  forza evocativa  possa proiettare nel presente, nell’ottica di una rinascita,  la ricchezza delle nostre  tradizioni più vitali.