La S.C S. Scuola Coloristica Siciliana, nasce dalla mia convinzione, verificata sperimentalmente, secondo la quale tutti siamo artisti, in special modo i bambini, in quanto non avendo ancora ricevuto insegnamenti pittorici e pesanti influenze esterne, mantengono pura ed inalterata la loro innata espressività. In diverse occasioni e nei momenti di massima ispirazione, ho invitato il pubblico a partecipare all’esecuzione di dipinti, scoprendo che spesso i più bravi erano proprio coloro che non avevano mai provato, i più veri, spontanei, sinceri. Poiché sono convinto che il colore sia la sostanza, la radice, il substrato della vita, credo di aver trasmesso ad altre persone il senso, il gusto, l’estetica della macchina, dei contorni non definiti, dei corpi in movimento. E’ l’espressione della gioia di vivere, la libidine del colore. Il primo nucleo della S.C.S. è il “GRUPPO 90”, nato nel 1989 in seguito ad una lunga riunione tenuta nello studio di pittura di Antonello Arena, alla quale partecipavano le sorelle Angela e Giusy Papale in compagnia di tanti altri artisti. L’idea era quella di far rivivere, colorandoli, tutti i grigi muri della città. Il grigio dei cimiteri, dei cancelli e delle inferriate, delle chiese malamente restaurate; il grigio asfittico e triste dei IMG_9114lampioni, dell’asfalto e del doppio petto. Ha cosi inizio una lunga e significativa serie di esperienze singole e soprattutto collettive; opere a più mani, con il coinvolgimento degli spettatori di tutte le età, oltre che della maggioranza degli artisti messinesi fra i quali Samperi, Coletta, Giorgianni, Arena, Crisafulli, Ampelli, Lidia Monachino, Laura Bosurgi, Daniela e tanti altri. Anche i miei figli, nell’ottica del coinvolgimento, fin dalla più tenera età hanno, come me, praticato la pittura con risultati artisticamente rilevanti, anche se non sempre apprezzati da docenti e critici ancorati a vecchie concezioni accademiche. Tenevo molto alla partecipazione, tanto che fra mille incombenze giornaliere, mi occupavo anche di realizzare tutto il materiale informativo e divulgativo, curandone la grafica con tale zelo che talora arrivavo a dimenticare di inserire il mio stesso nome. Erano tempi di passione e povertà di fame.
Gli Artisti
Ci costruivano da soli gran parte delle attrezzature necessarie o si ricorreva ad amici artigiani che ce le approntavano gratuitamente in uno spirito di solidarietà e condivisione per la nostra passione. Spesso dipingevamo con le mani. Nelle strade, sui marciapiedi e nei luoghi più disparati, andando continuamente alla ricerca di nuovi spazi abbandonati ed inutilizzati per “occuparli”, liberandoli dall’anonimato, dalla ghettizzazione, dall’emarginazione e dalla droga. Il luogo simbolo della nostra missione resta la Galleria Vittorio Emanuele, ai tempi uno dei luoghi più malfamati della città, tanto che spesso le componenti femminili del gruppo dovevano recarsi agli incontri artistici di nascosto ai familiari. Nel volgere di un breve periodo siamo riusciti a trasformarlo in un agorà festoso e creativo, ridando lustro grazie ai sostenuti consumi ed a occasionali prestiti al “Ritrovo degli Artisti”, nel cui scantinato spesso si suonava dal vivo e ci si incontrava in fumoso clima di happening improvvisato dei quali ero sovente animatore e trascinatore. Come ricordiamo teneramente con Lidia Monachino, fra i protagonisti del movimento, anche poeti ispirati, su tutti Rocco Barresi, frequentavano questo cenacolo, componendo e declamando versi innamorati di luce, luna e donne perdute…..